IL VUOTO E IL PIENO
Quando pensiamo al "vuoto" solitamente la prima sensazione che ci arriva è qualcosa di negativo e di mancanza. Nella percezione "occidentale" è sempre meglio il "pieno" del "vuoto". Sembra che la necessità di pienezza possa essere fraintesa con l'avere ed il possedere.
Avere un auto, vivere un sentimento, avere impegni personali sembrano nella maggioranza dei casi un "pieno". L'espressione "Ho un grande vuoto dentro", molto diffusa al giorno d'oggi, ci fa correre ai ripari cercando di riempire quel vuoto, molto spesso con beni materiali o con il cibo. Dobbiamo riempirci. Ma il vuoto percepito non è colmabile con oggetti perché è di tutt'altra essenza. Sembra proprio che la nostra civiltà ci faccia sfuggire da questa percezione di vuoto; vuole farci intendere che non va bene sentire il vuoto dentro od essersi creato il vuoto attorno. Questo vuoto va colmato a tutti i costi. Se, per esempio, riempi un vuoto con una sedia, questa sedia occuperà il nuovo spazio ma inevitabilmente avrà creato un altro vuoto.
Tutto ciò che vediamo e tocchiamo lo consideriamo vero ed attendibile, mentre ciò che non è visibile, anche se percepito con altri sensi, non è considerato. Il sonno, per esempio, non è visibile ma esiste. L'uomo ha bisogno di dormire, riposare e rigenerarsi per vivere. Ha bisogno di fermarsi per recuperare le energie ed essere attivo e produttivo. Siamo sempre più concentrati su ciò che si muove, che ha un'attività piuttosto che all'immobilità. Ma quando dormiamo non siamo attivi ma esistiamo ugualmente anche se siamo fermi. Il vuoto e il pieno non potrebbero esistere l'uno senza l'altro. Il concetto viene ben espresso dal simbolo del Tao (la Via o Sentiero): tutto è in divenire.
I cinesi, studiando l'universo, scoprirono che ogni fenomeno è regolato da due forze contrapposte e complementari, che si alternano, si rincorrono, si equilibrano e le chiamarono Yin e Yang. Come la notte rincorre il giorno, come la primavera lascia posto all'estate, all'autunno ed all'inverno, la luce nel buio scompare, il freddo ed il caldo si attenuano. Niente è per sempre, tutto muta, si evolve, si modifica. Yin e Yang polarità opposte e complementari, interscambiabili ed indivisibili. Non possono esistere singolarmente e nella loro continua mutevolezza si controllano e contrappongono in maniera dinamica ed equivalente. Al massimo dell'uno esiste il minimo dell'altro e via così come in una danza. In questo interscambio si trova sempre quel punto "morto", di "silenzio", un Punto Zero. Un punto zero c'è stato all'origine della vita, così come la scienza ci ha sempre dimostrato. Tutto era concentrato in un punto fermo ed immobile e grazie all'esistenza del grande vuoto una grandissima esplosione ha dato vita al tutto.
Ed eccomi arrivare al punto. Nel trattamento Shiatsu, così come in qualsiasi altra disciplina bio-naturale, tutto nasce da questo momento chiamiamolo di "centratura", di ricerca di equilibrio tra queste forze. Quel momento in cui si crea il contatto tra l'operatore ed il ricevente ed in questo contatto tutto deve essere azzerato dall'operatore, dallo shiatsuka.
Prima bisogna "svuotare" per poter "riempire" e più sarà il "vuoto" generato più sarà efficace il "pieno" che giungerà. Nessuna forzatura, semplicemente calma, pace, tranquillità.
Avere un auto, vivere un sentimento, avere impegni personali sembrano nella maggioranza dei casi un "pieno". L'espressione "Ho un grande vuoto dentro", molto diffusa al giorno d'oggi, ci fa correre ai ripari cercando di riempire quel vuoto, molto spesso con beni materiali o con il cibo. Dobbiamo riempirci. Ma il vuoto percepito non è colmabile con oggetti perché è di tutt'altra essenza. Sembra proprio che la nostra civiltà ci faccia sfuggire da questa percezione di vuoto; vuole farci intendere che non va bene sentire il vuoto dentro od essersi creato il vuoto attorno. Questo vuoto va colmato a tutti i costi. Se, per esempio, riempi un vuoto con una sedia, questa sedia occuperà il nuovo spazio ma inevitabilmente avrà creato un altro vuoto.
Tutto ciò che vediamo e tocchiamo lo consideriamo vero ed attendibile, mentre ciò che non è visibile, anche se percepito con altri sensi, non è considerato. Il sonno, per esempio, non è visibile ma esiste. L'uomo ha bisogno di dormire, riposare e rigenerarsi per vivere. Ha bisogno di fermarsi per recuperare le energie ed essere attivo e produttivo. Siamo sempre più concentrati su ciò che si muove, che ha un'attività piuttosto che all'immobilità. Ma quando dormiamo non siamo attivi ma esistiamo ugualmente anche se siamo fermi. Il vuoto e il pieno non potrebbero esistere l'uno senza l'altro. Il concetto viene ben espresso dal simbolo del Tao (la Via o Sentiero): tutto è in divenire.
I cinesi, studiando l'universo, scoprirono che ogni fenomeno è regolato da due forze contrapposte e complementari, che si alternano, si rincorrono, si equilibrano e le chiamarono Yin e Yang. Come la notte rincorre il giorno, come la primavera lascia posto all'estate, all'autunno ed all'inverno, la luce nel buio scompare, il freddo ed il caldo si attenuano. Niente è per sempre, tutto muta, si evolve, si modifica. Yin e Yang polarità opposte e complementari, interscambiabili ed indivisibili. Non possono esistere singolarmente e nella loro continua mutevolezza si controllano e contrappongono in maniera dinamica ed equivalente. Al massimo dell'uno esiste il minimo dell'altro e via così come in una danza. In questo interscambio si trova sempre quel punto "morto", di "silenzio", un Punto Zero. Un punto zero c'è stato all'origine della vita, così come la scienza ci ha sempre dimostrato. Tutto era concentrato in un punto fermo ed immobile e grazie all'esistenza del grande vuoto una grandissima esplosione ha dato vita al tutto.
Ed eccomi arrivare al punto. Nel trattamento Shiatsu, così come in qualsiasi altra disciplina bio-naturale, tutto nasce da questo momento chiamiamolo di "centratura", di ricerca di equilibrio tra queste forze. Quel momento in cui si crea il contatto tra l'operatore ed il ricevente ed in questo contatto tutto deve essere azzerato dall'operatore, dallo shiatsuka.
Prima bisogna "svuotare" per poter "riempire" e più sarà il "vuoto" generato più sarà efficace il "pieno" che giungerà. Nessuna forzatura, semplicemente calma, pace, tranquillità.
"Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l'universo".
(Buddha)
(Buddha)
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